Un breve viaggetto in treno oggi, uno di quelli che mi capita spesso di fare verso Milano. Prendiamoci questo biglietto a fasce chilometriche e “obliteriamo” alla macchinetta:
Poi attendiamo che giunga il treno. Nella stazioncina di provincia, se è la bella stagione potremmo trovare una situazione come questa:
oppure, in un mattino gelido d’inverno un paesaggio un pochino più spettrale:
Dopo qualche minuto, annunciato dai campanellini e dalla discesa delle sbarre del vicino passaggio a livello, ecco il treno: è formato da carrozze a due piani:
Saliamo e mettiamoci comodi:
La carrozza non è pulitissima e i finestrini sono molto opachi, ma qualcosa si riesce a intuire:
Laggiù, la Grigna e il Resegone, dei quali si nota solo la silhouette. Vabbe’, meglio aprire un libro e mettersi a leggere.
6 commenti:
Belle foto. Bella solitudine!!!
Buona domenica.
P.S.: opachi?
Buona domenica. La solitudine di un treno del primo pomeriggio. Opachi è un eufemismo... Non potevo mettere sporchi da far schifo, si perdeva in poesia :-)))
Eh si. Il treno sarebbe un bellissimo mezzo per viaggiare perché ti lascia guardare il paesaggio intorno che t'insegue e ti sfugge. Solo che le vetture sono sporche così come i finestrini. I cellulari suonano in continuazione e passi sentir parlare a bassa voce, ma il fatto è che poi ci sono i sordi che urlano al telefonino obbligando tutti a sentire i fatti loro. E allora davvero, meglio leggere un libro, se l'urlatore ti permette di concentrarti.
Grazie DR di aver posto anche tu il link al mio blog. Non riesco a vederti però fra i miei lettori. Non sei obbligato, intendiamoci.
Ambra, io ho una tecnica tutta mia per isolarmi in treno dai rumori: le cuffiette dell'iPod (certo, se leggo, metto musica d'ambiente o classica).
Devo essermi dimenticato di segnarmi tra i lettori oppure non avevo visto il widget dei sostenitori. Ho rimediato :-)
...piccoli quotidiani momenti.
...bello !
...il finestrino mi ha fatto "morire"....la delicatezza del Poeta.:)))
ciaooo Vania
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