Come si viaggia restando immobili? Con la fantasia, scorrendo le mappe, i biglietti, le monete, i francobolli, le cartoline...

sabato 7 agosto 2010

24. Un viaggio in Sicilia

Tre biglietti di musei oggi, per innescare il viaggio del ricordo, quello compiuto in Sicilia nel maggio del 2002.





Sono andato a rileggere il mio diario di allora. Lo riporto qui per invitarvi a sognare, come ho sognato io ripercorrendo quelle strade e quei giorni fissati sulla carta.

9 maggio

La valigia è già pronta, i biglietti dell’aereo, mille preparativi, i piccoli dettagli che accompagnano il viaggio. La voglia di partire nonostante la pioggia che rallenta le strade, e la stanchezza sale. Domani voleremo, raggiungeremo il sole.

10 maggio

Catania è il caldo secco e ventilato che ti accoglie appena sceso dall’aereo, è lo stupore per le prime palme viste, per quei fiori simili a convolvolo ma dai colori indescrivibili: un succedersi di viola, giallo e bianco.
Siracusa vive del suo Teatro: provano “Le Baccanti” di Euripide, peccato per quei sedili moderni approntati sui gradini, per l’incuria dei giardini nelle Latomie. L’Orecchio di Dionisio è una grotta imponente, la città - Ortigia - in festa per Sant’Agata.

11 maggio

L’Etna impressiona con il suo paesaggio: la lava che lenta e inesorabile ha inghiottito case e ristoranti per poi diventare improvvisamente pietra, come in un mito greco. Ai 2000 metri dei Crateri Silvestri un uomo vende pistacchi nel baule della vecchia 127. Meraviglioso e desolante al contempo, il vulcano è stato una presenza continua: il suo pennacchio di fumo è visibile in molte zone della Sicilia.
Taormina è un’altra Sirmione: ho percorso le vie di negozi e ho acquistato un pupo raffigurante Carlo Magno. In un bar dall’arredamento esageratamente kitsch ho bevuto un vino bianco fresco e buonissimo, con mandorle e pistacchi.



12 maggio

Mi affascina il mare: ora che lo vedo, ora che lo sento di notte mugghiare, che lo so presente, so di essere nel mio ambiente naturale. Stamattina ho visto il sole sorgere, colorare le onde di riflessi. Mi sono portato quell’immagine nel viaggio, salendo verso Catania e la sua festa, verso la pioggia improvvisa e abbondante. E al mare sono tornato, nel sole del pomeriggio, a camminare sulla sabbia e raccogliere conchiglie.



13 maggio

Piazza Armerina è una città che ricopre un colle: svetta la cupola verde del Duomo. Sembra uno di quei paesi toscani abbarbicati agli Appennini. Alla Villa Romana del Casale ecco i mosaici: alcuni colpiscono per il dettaglio, per l’accuratezza del disegno, altri al contrario per la sproporzione. La copertura moderna in plexiglas è assolutamente orrenda: dà però l’idea di come poteva essere la costruzione, oltre a preservare i reperti. La guida dice che esistono progetti per sostituirla.



14 maggio

Agrigento è un tuffo nella storia: nel Museo Archeologico di fronte ai reperti d’incredibile fattura, nella Valle dei Templi, davanti agli edifici sacri, mi sono sentito come nella macchina del tempo. È certamente quanto di più bello mi ha offerto la Sicilia. A San Leone, dove abbiamo pranzato, ancora il mare: ho camminato lungo la spiaggia scura raccogliendo sassi e conchiglie. Il turchino del mare mi ha ammaliato: forse è il colore degli occhi delle Sirene.

La città nuova invece è un mostro di palazzoni adagiati sul colle antistante e dalla valle appare come un serpente di edifici dietro le pale dei fichi d'India. Peccato per un ponte autostradale altissimo, lunghissimo e modernissimo che deturpa lo sfondo. Alcune cose che mi hanno colpito della Sicilia meridionale: non ci sono autostrade, ma statali con pochissimo traffico, ai cui lati scorrono piantagioni di aranci e limoni, coltivazioni di carciofi e patate, serre chilometriche di pomodori...


15 maggio

Ragusa Ibla, che con Ragusa Superiore forma il comune di Ragusa, è città barocca, ricostruita dopo il terremoto del 1693. Nel Duomo la statua di San Giorgio a cavallo, pronta per essere portata in processione. Un signore gentilissimo, custode della Chiesa dei Cappuccini, ha voluto mostrarci la sua casa, arredata in “barocco siciliano”: pizzi, ninnoli, tappeti, pareti damascate, la tavola apparecchiata con piatti e bicchieri finemente lavorati.


Così finisce anche questa breve vacanza: mi lascia nel cuore l'ospitalità e il calore della gente: a Gela, posto infame dove si respirano i miasmi del Petrolchimico, i contadini hanno voluto regalarci pomodori e meloni. Mi lascia negli occhi i saliscendi dell'interno, le terre brulle, le immense serre, i fichi d'india, le piane di aranci e limoni, i sassi neri dell'Etna. Mi lascia soprattutto la voglia di ritornare. Ma è ora di riprendere l’aereo… Goethe nel suo "Viaggio in Italia" scrisse che "Senza la Sicilia, l'Italia non lascia traccia nell'anima: qui si trova la chiave di tutto". È quello che ho pensato anch'io davanti a tanti monumenti, respirando la storia tra le rovine, guardando le città arroccate sui colli sullo sfondo del cielo.


Fotografie © Daniele Riva

6 commenti:

CT ha detto...

Che bello questo diario...
Grazie Daniele, dalle tue parole si intuisce un'ammirazione sincera.
Immagino con quanta cortesia ,le persone che hai incontrato vi abbiano riempito di doni, noi siamo speciali per fare amare la nostra terra, peccato che non l'amiamo noi abbastanza....

DR ha detto...

è stata una gara all'ospitalità - forse c'entrava anche l'adunata degli Alpini: quel pomeriggio di domenica a Pozzallo, passando per strada, ci siamo dovuti esibire in un coro di montagna improvvisato in un locale all'aperto zeppo di giovani con un Dj che mandava musica dance e house: un successone, certi brividi... Ma poi siamo stati anche da un nostro compaesano originario di Marina di Modica, a casa sua. E tutti a farsi in quattro per noi.

akrai ha detto...

LA Valle dei Templi, uno spettacolo straordinario; e dire che ancora c'è chi, senza averla mai vista se non in alcune ingannevoli immagini riprese con il teleobiettivo, sostiene che sia scempiata... Altre cose sono una scempio , come il viadotto citato costruito dal genero dell'allora ministro ai lavori pubblici Mancini..

DR ha detto...

Akrai, sono d'accordo con te: la Valle dei Templi, come ho scritto allora, è davvero uno spettacolo straordinario. Gli scempi vanno cercati altrove: non solo quel viadotto, ma anche altri costruiti dove non ci sono strade, fermi all'improvviso nel nulla, o l'odore di gas a Gela...

Sandra M. ha detto...

Bel diario, bravo fotografo. Debbo ritornare presto in Sicilia, manco da troppo tempo.
Buona serata.

DR ha detto...

Grazie, Sandra...